Imparare dal movimento è più semplice di quanto si possa pensare: il corpo è lo strumento che il bambino conosce meglio, quello con cui ha più dimestichezza e sul quale ha più controllo. Dal momento in cui si morde i piedini, verso i quattro mesi, al momento in cui inizia a scoprire la simmetria del proprio corpo, avvengono grandi cambiamenti e si creano importanti esperienze che saranno la base della conoscenza del piccolo.
Solo acquisendo il senso dello spazio occupato da sé stesso il bambino è in grado di collocarsi in un ambiente, quindi di orientarsi e d'imparare a muoversi armoniosamente. Spesso l’aspetto psicomotorio è trascurato e l’interesse emerge solo nei casi di evidenti problemi o disagi durante l’età scolare.
Ma l’educazione psicomotoria è uno strumento prezioso per tutti i bambini, anche per quelli che sono perfettamente a loro agio nel proprio percorso di crescita e ben coordinati nei movimenti e nell’apprendimento. Anzi, proprio i bambini particolarmente bravi nel muoversi e spigliati nel parlare, avrebbero bisogno di uno spazio dedicato, dove poter imparare un controllo maggiore su se stessi, in modo da padroneggiare sulle proprie doti evidentemente spiccate.
Nei primi mesi di vita il bambino viene cullato, massaggiato, fatto muovere e messo a pancia in giù; questi movimenti e queste manipolazioni sono fondamentali per ogni bambino. Anche in natura, le mamme passano molto tempo a giocare con i loro cuccioli nei primi giorni di vita. Li muovono, li fanno rotolare.
La timidezza, che spesso preoccupa i genitori dei bambini piccoli, a volte è un segnale d'insicurezza che può trovare una risposta soddisfacente nell’educazione psicomotoria. Attraverso il movimento il bambino crea un numero infinito di collegamenti logici, cresce vistosamente la sua capacità di mettere in relazione gli avvenimenti e si arricchisce di esperienze che lo porteranno poi a migliorare anche quella che viene chiamata “micromotricità”, che gli permetterà operazioni di precisione che fino a prima sembravano impossibili ed erano, probabilmente, fonte di frustrazione.
Proprio l’eliminazione di parte del fisiologico sentimento di frustrazione del bambino, darà spazio alla sicurezza di sé e, di conseguenza, la timidezza diventerà maggiormente controllabile da lui stesso.
IL BAMBINO E LO SPAZIO
Il rapporto del bambino con lo spazio e con il movimento è determinante per l’apprendimento e per lo sviluppo cognitivo. Gli strumenti pedagogici utilizzati storicamente per permettere al bambino di apprendere movimenti controllati vengono oggi sostituiti da un accompagnamento del personale coinvolto, in ambienti a misura di bambino.
I momenti prettamente dedicati all’educazione psicomotoria sono organizzati in modo da favorire la fisicità del bambino, lasciandogli libertà di espressione in un luogo sicuro e ben attrezzato. In questi momenti i bambini sentono di poter esprimere tutto attraverso il movimento, che fu il loro primo strumento di comunicazione. Saltare, arrampicarsi, fare capriole, correre, fermarsi e rotolare, sono tutte attività che portano specifici benefici, apprezzabili da subito.
Da notare anche come ogni gesto, al di fuori delle attività finalizzate all’educazione psicomotoria, venga affettuosamente incoraggiato, per stimolare il bambino in attività sempre più complesse; dal semplice afferrare gli oggetti, al prendere al volo una palla, al vestirsi/svestirsi fino, nei bambini più grandi, al legarsi le stringhe delle scarpe da soli.
Curare questi aspetti, nel quotidiano, insieme a una curata attività di educazione psicomotoria, aiuta i bambini nella loro crescita, riducendo ansie e paure e facendogli scoprire se stessi nel percorso di autostima e consapevolezza che inizia in questi anni preziosi della loro vita.