PERCHE' AVVICINARE IL PROPRIO BAMBINO A UN CORSO DI ACQUATICITA'?
Perché il vostro asilo vi propone un corso di acquaticità e non si limita al gioco in acqua con le maestre, oppure non sceglie il classico corso di nuoto? Perché nei primi anni dell’infanzia e comunque, per la maggior parte dei bambini, fino a quasi tutta l’età della materna il fisico non è “attrezzato” per compiere i movimenti coordinati e potenti del nuoto, ma può cogliere tutti i numerosi benefici dell’acqua, se guidato da un adulto che sappia come guidarlo.
Abbiamo ereditato nei nostri geni la capacità di muoverci sulla terra: la applichiamo nel giro di qualche mese, prima rigirandoci da stesi, poi gattonando e infine alzandoci in piedi e camminando. Per fare questo, ognuno di noi ha chiesto di evolversi e crescere al proprio apparato locomotore e al sistema nervoso che guida i movimenti, cogliendo appieno le sensazioni provenienti dall’esterno.
Per il movimento in acqua, invece, non abbiamo ereditato particolari abilità e quindi le parti del nostro corpo non sono pronte ad attivarsi con l’avanzare del calendario. E’ necessario procedere con l’esperienza personale: entrare in acqua, sentire il peso del nostro fisico in questo elemento, percepire l’effetto dei nostri spostamenti. Grazie a questa esperienza diretta, il sistema nervoso provvederà a indirizzare i movimenti del nostro corpo in acqua.
Si comprende bene come sia fondamentale che queste percezioni avvengano in età precoce, quando possono ancora diventare patrimonio incancellabile della persona; solo così si educheranno gli esseri umani alla confidenza con l’acqua e si darà loro la capacità di gestire il proprio corpo in essa, imparando a nuotare.
COME SI SVOLGE IL CORSO DI ACQUATICITA'?
Abbiamo brevemente passato in rassegna i motivi per i quali crediamo sia davvero importante far partecipare i bambini a questo corso. Ora vorremmo spiegare come si svolgerà.
Le maestre della scuola tramite servizio pullman accompagnano i bambini in piscina e resteranno a loro disposizione per tutte le operazioni che avvengono nello spogliatoio e a bordo vasca; se un piccolo avrà una “necessità idrica” impellente, ci sarà la maestra pronta ad assisterlo. La loro presenza è anche fondamentale dal punto di vista psicologico, per rendere più dolce possibile l’incontro con l’insegnante della piscina e l’ingresso in acqua: “La maestra di Paffulandia Kids ti accompagna in un ambiente nuovo, non ti abbandona”.
Da parte sua, l’istruttore di acquaticità accoglie i bambini della scuola, mostra la piscina e l’ambiente circostante, dedica a ciascuno un po’ di tempo per costruire da subito un rapporto personale con lui.
Non c’è fretta di entrare in acqua, lo si farà solo quando il piccolo sarà completamente a suo agio: questo significa che si sarà seduto sul bordo della vasca, avrà messo i piedini dentro, magari sarà stato invitato a bagnarsi il viso o a fare degli schizzi con le gambe o le braccia. E, se il più timido piange, sappiate che la caratteristica di base che accomuna tutti le maestre è quella di avere tante braccia, in cui tenere tanti cuccioli. All’occorrenza, uno sta anche sulle spalle…
Insegnare acquaticità significa utilizzare giochi: pupazzi di gomma, palline o palloni più grandi, tubi, gallerie, tappetoni, cerchi e tanto altro. Con questi attrezzi, il maestro propone di muoversi in tutte le direzioni, pedalando all’inizio, successivamente cercando di battere le gambe. I giochi servono anche a imparare a non avere paura degli schizzi d’acqua, a provare a immergere la testa, partendo dalla bocca, poi con il naso e infine anche con gli occhi. Con questi ausili si comincia, inoltre, a capire che dentro l’acqua non si può stare solo in verticale, c’è anche la posizione orizzontale, a pancia in su e a pancia in giù.
Dopo qualche lezione, verrà proposto ai giovani allievi un primo tuffo, che sarà da seduti; passato questo scoglio, si salterà in acqua dal bordo e magari si utilizzerà uno scivolo per provare ogni tipo di impatto divertente.
Sono tutti progressi che l’adulto non addetto ai lavori potrebbe avere difficoltà a percepire e valutare, però per un bambino così piccolo equivalgono a scalare l’Everest.
QUALI SONO GLI OBIETTIVI DI UN CORSO DI ACQUATICITA'?
Gli obiettivi che si propone un corso di acquaticità sono: innanzitutto, il miglioramento delle condizioni fisiche del bambino, cioè il rafforzamento del suo apparato scheletrico e muscolare, di quello circolatorio e respiratorio. Poi, il potenziamento delle sue capacità innate, come l’abilità di comprensione, di concentrazione, di apprendimento e di coordinazione motoria.
Rispetto al rapporto con l’acqua, ci si attende che il piccolo entri volentieri in piscina, vi si muova liberamente in diverse posizioni (verticale, prono, supino), sia divertito dai piccoli tuffi e dagli schizzi che può produrre, sia a proprio agio con i giochi della piscina. Ultimo, ma fondamentale, scopo dell’acquaticità è far crescere l’amore per l’acqua, ottenere che l’allievo associ ad essa l’idea di gioia e divertimento.